Attaccante
Nato a Monte San Biagio (Lt) il 20 maggio 1987
Esordio in A: -
2001-02 | LAZIO | A | 0 | 0 | 0 | 0 | |
2002-03 | LAZIO | A | 0 | 0 | 0 | 0 | |
2003-04 | LAZIO | A | 0 | 0 | 0 | 0 | |
2004-05 | LAZIO | A | 0 | 0 | 0 | 0 | |
2005-06 | LAZIO | A | |||||
(legenda)
(Gianluca Piacentini | Il Corriere dello Sport-Stadio | 5 novembre 2004)
Quando mercoledì pomeriggio, era la gara di ritorno degli ottavi di finale di Coppa Italia contro il Cesena, ha visto quel pallone rimbalzargli tra i piedi al limite dell’area, non ci ha pensato su due volte e lo ha colpito con tutta la rabbia che può avere un giocatore che da inizio stagione soffre in panchina. Quando ha visto il pallone rotolare in porta alle spalle del portiere avversario deve aver pensato che una giustizia c’è, e che finalmente il suo momento era arrivato. Ha segnato il gol del 3-1, quello che poteva portare la Lazio ai supplementari. Poi ci ha pensato Perugini a regalare la qualificazione ai suoi, ed è stato meglio così. Lui è Andrea Langiotti, classe ’87, da cinque anni alla Lazio, alla ricerca di uno spazio tutto suo in questa Primavera così ricca di talenti. Anche mercoledì, con la Lazio che doveva fare a meno di dieci giocatori, è partito dalla panchina. Un punto di partenza scomodo per chi, come lui, è sempre stato abituato a giocare ed a segnare con la Lazio. Un punto di partenza che non gli ha impedito di dimostrare che, nel momento del bisogno, su di lui si può sempre contare.
Langiotti, alla sua quinta stagione in biancoceleste, è stato scovato da Volfango Patarca in uno stage estivo a Monteporzio (dallo stesso stage proviene anche il portiere degli Allievi Nazionali Santarelli) ed ha fatto tutta la classica trafila nel settore giovanile biancoceleste. Partendo dagli Esordienti, passando per i Giovanissimi e gli Allievi, fino ad arrivare alla Primavera. Andrea nasce attaccante. Molto dotato tecnicamente, tra le sue prerogative c’è quella di puntare sempre il difensore avversario e, nella maggior parte dei casi, di lasciarlo fermo sul posto in modo da poter creare la superiorità numerica. Veloce, agile, un fiuto del gol fuori dal comune. Nell’anno dei Giovanissimi Nazionali, il suo allenatore è Paolo Corazzi, è lui il bomber che trascina la squadra alle finali. Nella stagione successiva Andrea entra subito a far parte della rosa degli Allievi Nazionali ed incontra prima Oddi, che lascerà la squadra a metà stagione, e poi Roberto Rambaudi che ne ridisegna il ruolo in campo. Rambaudi capisce che con le sue caratteristiche tecniche e con il suo fisico minuto, non arriva a 1.70, Langiotti non potrà mai essere un giocatore che staziona all’interno dell’area di rigore. E ne arretra il raggio d’azione, trasformandolo in trequartista. Nel 4-2-3-1 del tecnico torinese, Langiotti può ricoprire indifferentemente tutte e tre le posizioni dietro all’unica punta. A destra, a sinistra o al centro non fa differenza. Nella scorsa stagione, sempre con Rambaudi, Andrea è importantissimo sia in zona gol, a fine stagione sarà il secondo marcatore biancoceleste alle spalle di Russotto con 12 reti, sia come uomo assist. Sulla fascia è imprendibile, arriva sul fondo con una facilità disarmante e gli altri attaccanti laziali gongolano al centro dell’area in attesa di un suo suggerimento da tramutare in gol. Quest’anno il passaggio nella Primavera, dove le stelle in attacco si chiamano De Sousa, Delgado, Rughetti. Andrea sa che il suo momento non tarderà ad arrivare, bisogna solo saper aspettare. Alla prima occasione ha risposto presente: continuando così, ben presto ce ne sarà una seconda
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